VIBO VALENTIA

Sto pensando che vibo valentia è una città in bilico. Non ha un centro di gravità, una élite degna di questo nome, è senza coraggio, opportunista e piagnona. È una città appensantita da un sottoproletariato e una picolissima, ma proprio piccola, borghesia parassitaria, con le conseguenti sudditanze ai poteri e alle degenerazioni piu' o meno verminose che in Calabria non mancano mai. Un tratto distintivo di questa compagine sociale è l'autoreferenzialità delle singole tribù che la compongono. Ognuna di queste trova occasionalmente motivi per eccitarsi o per deprimersi; in esse c'è posto per tutti e tutto: pseudo intelletuali, pseudo scrittori, pseudo politici, pseudo opinionisti, pseudo generosi, pseudo imprenditori, pseudo tutto insomma. Essi non vedono e non sanno quello che accade in contesti più vasti, non leggono giornali, non viaggiano, vanno su fb solo per pubblicare foto di bambini e piatti discutibili. Sono rimasto basito un paio di anni addietro quando una giornalista fece un servizio sulla crisi culturale a vibo valentia in conseguenza della chiusura della biblioteca comunale, vennero intervistate persone che non avevano la minima cognizione di nulla, che non avevano mai messo piede in una biblioteca, né mai letto un libro, incapaci di un pensierino critico che esulasse dalla parmigiana di melanzane. Venne offerto naturalmente il quadro di una città perduta per sempre. Oggi, similmente, questi "opinionisti" si indignano per la vicenda cinema teatro moderno, domani chissà. E' naturalmente gravissimo che finora nessuno di coloro che potrebbero e dovrebbero si sia interessato degli spazi per la cultura e dell'agibilità di alcune attività culturali in un capoluogo di provincia; ma da qui alla catastrofe o alla desertificazione culturale ne corre. 

C'è anche una città con un ottimo museo statale, un buon conservatorio, un museo e una grande rassegna annuale di arte contemporanea, un sistema bibliotecario di standard europeo, uno dei più prestigiosi festival letterari del mezzogiorno, bravissimi giornalisti, alcune validissime associazioni, buone scuole e insegnanti, operatori culturali professionali, molte competenze scientifiche di livello universitario, alcuni piccoli imprenditori intelligenti e innovatori, talenti musicali e artistici, rilevanti attivita' sportive, una storia sociale notevole. È una citta malinconicamente affascinante che ha molto di piu' di tante altre città calabresi. Abbiamo anche un vasto patrimonio culturale archeologico, storico, artistico e paesaggistico che non siamo mai riusciti a valorizzare come sarebbe utile per tutti. 
C'è in questa città una straordinaria debolezza della politica sempre più praticata da pressapochisti e incompetenti. Eppure vi sarebbero le risorse umane per mettere in campo una élite competente capace di guidare e far uscire la città dalla palude nella quale rischia di perdersi, il problema è che questi competenti spesso non si mettono in gioco e in genere sono estranei al sottoproletariato e alla piccola borghesia. Oggi Vibo è una città gravata da un pesante dissesto amministrativo, dalla disoccupazione giovanile, dalla scarsità di servizi, poco coraggiosa, dove nessuno investe malgrado vi sia chi il danaro lo ha e ciò impedisce quasi ogni prospettiva per i giovani. Insomma c'è poco da ridere, ma non dobbiamo rassegnarci.

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