A proposito di biblioteche che rischiano di chiudere

Si fa molta e giusta polemica sui giornali e sui social media sulle difficoltà in cui versano nella nostra provincia alcune pregevoli istituzioni bibliotecarie, in specie la Comunale di Vibo Valentia, il Sistema Bibliotecario Vibonese e la Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro.

Si tratta in particolare per il Sistema Bibliotecario Vibonese e la Biblioteca Calabrese di due istituzioni pregevolissime, a valenza regionale. Una si occupa in maniera specifica di cooperazione bibliotecaria gestendo la rete informatizzata delle biblioteche calabresi e il relativo catalogo collettivo di oltre 2.500.000 titoli presenti in 140 biblioteche comunali, diocesane e universitarie, oltre che della promozione della lettura e di fornire consulenza tecnica e bibliografica a tutta la regione. L’altra è l’unico grande archivio del libro calabrese esistente.

Se venissero a mancare, sarebbe un grave danno per la Calabria oltre che un enorme dispendio di risorse considerati i costi sostenuti negli anni per realizzarle. Ma un danno ancora più grave sul piano culturale che priverebbe i calabresi della possibilità di accedere al libro e alla documentazione scritta, audiovisiva e digitale, in una regione in cui solo il 21% degli abitanti dichiara di leggere almeno un libro l’anno, gli altri 79% non leggono mai nulla.

Si tratta di due istituzioni che funzionano bene anche grazie alla loro autonomia e quindi, anche alla loro capacità di sottrarsi alle varie forme di ottusità burocratica diffusissime a tutti i livelli istituzionali. Ma in un momento come questo l’autonomia si sta rivelando un elemento di debolezza perché biblioteche così importanti hanno necessità di essere sorrette e questo appoggio non può venire altro che dalla Regione Calabria, essendo venuta meno l’istituzione provinciale, la quale in passato le ha sostenute.

Non si può veramente credere che le scelte di non finanziare queste due istituzioni sia dei politici, tutt’altro, molti di loro hanno dimostrato una grande attenzione, credo discenda piuttosto dalla mancanza di visione della complessità e delle priorità della situazione sociale calabrese di una catena di dirigenti, funzionari e tecnici che operano i tagli e allocano le risorse spendibili.

 E’ assurdo che una regione con un bilancio di vari miliardi di budget e centinaia di milioni di fondi UE non riesca a trovare piccole somme annuali per mettere in sicurezza le due biblioteche, garantire loro di pagare la luce, i dipendenti, incrementare il patrimonio bibliografico e sviluppare la loro missione, contribuendo a mantenere un decente livello di civiltà ai calabresi.

Vi sono, naturalmente, tante altre biblioteche in Calabria che svolgono un indispensabile sostegno alle attività culturali e di promozione della lettura; nella maggior parte dei casi si tratta di biblioteche pubbliche, di competenza dei comuni; il buon senso vorrebbe che tutti questi istituti fossero messi a sistema dagli enti proprietari, così come accade in tantissime altre regioni italiane, trovando modo di garantirne funzionalità e servizi; sovente non è un problema di denaro, ma di buona amministrazione.

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