SUI DEBITI DEL SBV VERSO IL COMUNE DI VIBO VALENTIA

In relazione all'articolo pubblicato ieri, su vari giornali, corre l'obbligo di precisare, affinché i lettori e quel briciolo di opinione pubblica che si spera esista, ne abbiano contezza, che è pur vero che il Sistema Bibliotecario Vibonese è debitore nei confronti del comune di Vibo Valentia, della somma corrispondente agli ultimi due anni di affitto per l'utilizzo della sede di Santa Chiara, ma a fronte di un credito pari importo dovuto dal comune al SBV quale quota di adesione (0,40 centesimi per abitante annui).

Si rileva inoltre che per la locazione dei locali di Santa Chiara sono stati richiesti al SBV dal Comune di Vibo Valentia così tanti e tali servizi d’interesse generale, che sono resi quotidianamente, e che il Sistema ha accettato queste condizioni solo per continuare a offrire un servizio pubblico indispensabile, gratuito e unico per tutta la provincia, che a conti fatti, se Vibo Valentia fosse una città degna di questo nome, dovrebbe essere proprio il comune a corrispondere un compenso al Sistema.

Inoltre è giusto ricordare che il Sbv è iscritto alla massa debitoria del comune di Vibo Valentia, a causa del dissesto di quest'ultimo, per oltre cinquantamila euro per somme mai corrisposte.

Il SBV ha presentato nei mesi scorsi richiesta di compensazione tra le partite attive e passive relative ai suoi rapporti con il comune di Vibo Valentia senza ottenerne mai alcuna risposta, né positiva né negativa come sarebbe stato giusto avere, ma tant'è.

Si ritiene anche di puntualizzare che il SBV oltre che essere una struttura di eccellenza a livello regionale e nazionale, con funzione di coordinamento di oltre 120 biblioteche in Calabria ed essere stato individuato come Polo regionale per la promozione della lettura, è rimasto, con la Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro, l'unica struttura culturale pubblica preposta alla lettura esistente a livello provinciale.

La biblioteca del SBV conta oltre 16.000 iscritti, effettua oltre 4.000 prestiti il mese, organizza attività di promozione della lettura con i bambini, svolge in maniera gratuita un gran numero di corsi su vari argomenti che coinvolgono centinaia di bambini, adulti e anziani.

Com’è noto a tutti il Sbv promuove e ospita anche numerosissime attività culturali contribuendo a mantenere viva la cultura nella città e nel territorio e sottraendo all'abbandono e all'incuria un immobile di pregio, restaurato con i soldi di tutti e destinato solo ed esclusivamente ad attività culturali, sorte a cui sembra avviato Palazzo Gagliardi.

Forse è poco, ma in una città e in un territorio sempre più vittima dell'ignoranza, dell'abbandono scolastico, con i livelli di lettura più bassi del paese, della disoccupazione di massa e della peggiore criminalità organizzata d'Italia, è molto, moltissimo; dispiace che questo dato non riesca a essere colto dall'amministrazione comunale. È anche importante rilevare che tutto questo avviene ormai senza alcun onere per i contribuenti giacché il Sbv vive solo ed esclusivamente della propria progettualità e creatività.

Si ritiene opportuno informare, infine, chiamando in causa nuovamente l'opinione pubblica, sempre ammesso che esista, le forze sociali, le istituzioni che pur dovrebbero intervenire a difesa dell'interesse pubblico, tutti colo che hanno avuto o hanno ruoli di rappresentanza, che il SBV cercherà, malgrado le crescenti difficoltà, di sopravvivere e di far valere in ogni sede le proprie ragioni.

Qual’ora però il modo di affrontare le problematiche della cultura a Vibo Valentia dovessero rimanere quelle strafottenti e burocratiche che si sono manifestate in questa occasione, si cercherà di trovare ospitalità altrove, magari in un altro paese della provincia.

Ma non si può nemmeno escludere l’ipotesi che, come tante altre iniziative in questo territorio, il SBV possa semplicemente cessare la sua trentennale attività, non sarebbe una grande notizia, tutti i giorni si registrano episodi di impoverimento e degrado del territorio, ma certamente, se ciò dovesse accadere, Vibo non potrebbe più fregiarsi della nomea di città colta e illuminata, come forse lo è stata un tempo, perché nel frattempo sarà diventata, come tanti segnali lasciano intravvedere, uno dei numerosi borghi omologati e parassitari che sempre più nell’indifferenza generale caratterizzano il Sud d'Italia.

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